giovedì 9 giugno 2016

Cornell Woolrich: La stanza maledetta ( The Murder in Room 913, 1938) , tratta dall'antologia "Incubo" - trad. Marilena Caselli - Il Giallo Mondadori Oro N.2114 del 1989

Ci fu  un tempo in cui, ai consulenti che presentavano progetti interessanti, al Giallo Mondadori veniva dato amplio credito.
Mi ha detto qualche giorno fa Boncompagni che ai tempi di "Incubo", Gian Franco Orsi gli dava "carta bianca": a  quel tempo, la considerazione dei consulenti era massima. "Bei tempi!" mi ha detto qualche giorno fa.
Mauro mi ha detto che quella di Incubo, di Cornell Woolrich, fu la prima antologia che confezionò, interamente: la moglie si occupò delel traduzioni, lui dell'introduzione e del "pezzulo" critico, il servizio critico "Cornell Woolrich vent'anni dopo". Il titolo non era a caso, visto che Woolrich era nato a New York nel 1903 e vi era deceduto nel 1968 (vent'anni prima del ricordo di Mauro)..
Qualcuno mi chiederà il perchè presenti Woolrich in un blog come questo dedicato alle Camere Chiuse e ai Delitti Impossibili, ma il fatto è che Woolrich, contrariamente a quanto si crede, scrisse alcune storie contenenti delitti impossibili.
Afferma Mike Grost: "A surprising number of Cornell Woolrich's stories deal with impossible crime . Many of his tales of Vanishing Women (which as Anthony Boucher pointed out, was a Woolrich staple) are in fact impossible crimes. How could a woman disappear so completely, that everyone around her would deny her existence? On the surface this seems impossible, yet... These tales include Phantom Lady (1942), and "I Won't Take a Minute" (1940). There are also impossible crimes in "Screen Test" (1934), which is one of Woolrich's earliest mysteries, "Murder at the Automat" (1937), "The Room With Something Wrong" (1938), "The Street of Jungle Death" (1939), "Nightmare" (1941), "That New York Woman" (1942) and "Money Talks" (1961). One suspects that there are others scattered through Woolrich's voluminous, still often unreprinted work". 
L'antologia "Incubo" presentava due lunghi racconti: Nightmare (Incubo) e Murder in Room 913, e quella che è stata la prima storia poliziesca di Woolrich, La morte sulla poltrona del dentista (Death Sits in the Dentist's Chair, 1934).  
Murder in Room 913 , meglio conosciuta come The Room with Something Wrong, del 1937, è una vera escursione di Woolrich nel sottogenere delle Camere Chiuse: presenta infatti ben quattro omicidi inspiegabili, classificati some suicidi, avvenuti in circostanze assurde. Fu pubblicata nel 1938 sul magazine Detective Fiction Weekly.
La vicenda ruota attorno alla figura di Striker, agente di sorveglianza del St. Anselm Hospital: è lui infatti che nel marzo del 1933 accorre ad una chiamata dell'addetto alla reception Dennison che gli dice di correre perchè il cliente della 913, una delle camere dell'ultimo piano, si è buttato giù: James Hopper giace sfracellato nella strada sottostante, con indosso solo il pigiama. Nonostante l'incongruenza della situazione ( il cliente è arrivato con numerosi bagagli avendo preso la stanza per una settimana e ha appeso nell'armadio numerosi capi di vestiario, è uscito, poi è rientrato di buon umore, si è spogliato, ha indossato il pigiama, si è coricato e poi...si è buttato giù), viene trovato dal poliziotto investigativo Courlander l'ultimo messaggio del suicida. Per cui, nonostante Striker sia perplesso ed esterni i suoi dubbi a Courlander, non essendoci alcun indizio che possa attribuire l'accaduto non a a suicidio ma ad incidente o additittura omicidio, l'evento viene archiviato.
Passa un anno e Allan Hastings di Princeton, arrivato con le migliori intenzioni, giovane brillante e molto bello e prestante, con numerose amicizie femminili, in una notte dell'autunno del 1934, cade dalla finestra della stanza 913 che aveva affittato. Nuovamente, dopo aver presidiato la strada dove si trova il corpo e averlo pietosamente coperto con fogli di giornale, il poliziotto Courlander e Striker entrano in disaccordo: è stato trovato un messaggio d'addio ma ancora una volta non c'è alcuna ragione che possa spiegare l'insano gesto: Hastings era in ottima salute, stava per ereditare una fortuna, e e proprio la notte della sua morte, si era fidanzato con una bella fanciulla. Insomma era al settimo cielo: per quale motivo allora uccidersi?
Striker comincia a pensare che ci sia qualcosa sotto e così perlustra la stanza, palmo a palmo, non trovando proprio nulla. Le sue supposizioni nontrovano gente disposta ad ascoltarle; anzi, Perry, il dirtettore dell'albergo temendo che una cattiva pubblicità danneggi le prenotazioni gli intima di tenersi per sè le sue congetture: Che del resto finiscono per essere pensate incongruenti dall stesso Striker, quando, due giorni dopo, una coppia di contadini di passaggio affitta la stanza per una notte, e contro tutte le aspettative, non accade alcunchè.
Finito tutto? Neanche per l'anticamera del cervello!
Passa un altro anno e nell'estate del 1935, in un luglio estremamente caldo, arriva all'albergo e prende la stanza  913, Amos J. Dillberry di professione rappresentante di commercio. Arriva con le sue valigie di rappresentanza e subito si presenta come un tipo estremamente simpatico, facile alla battuta e alla barzelletta, che non si pone problemi per portarsi a letto una prostituta, se è vero che la sera viene beccata una "puttana" salita per cercare clienti, esterna al giro cui l'albergo è abituato. Lui è rincasato co una borsa contenente delel bottiglie di liquore, intenzionato con la sua donna occasionale a fare bisboccia: nonostante tutto, Striker,  prima che arrivi il cliente ha avuto il tempo per perlustrare in maniera approfondita, ancora una volta la stanza, avendo un presagio: ma ancora una volta non ha trovato nulla. Eppure quella notte, Dillberry vola giù dalla finestra. Striker entrato grazie al suo passpartout nella stanza, immediatamente dopo "il suicidio" non vi trova biglietti, ma poi ad una successiva perquisizione di Courlander, ecco che spunta da sotto un cuscino un messaggio che può essere ritenuto d'addio. Ancora una volta non esiste alcun motivo valido perchè Dillberry possa essersi ucciso, ma ancora una volta non si trovano prove che possano indirizzare in altro modo le indagini.
Anche questa volta sebbene i due agenti, pubblico e privato, si trovino ancora una volta su posizioni opposte, nonostante l'assurdità di situazioni che legittimano qualcuno a pensare ad una stanza maledetta, o a influssi metapsichici capaci di influenzare la psiche e spingere la vittima a buttarsi nel vuoto, il suicidio viene considerato tale: viene ancora una volta trovato un messaggio considerato come d'addio, e l'affare chiuso. Striker tuttavia prende la risoluzione di fare lui le indagini che altri non vogliono fare e così restringe il campo a tre occupanti di altre camere che erano presenti all'atto della morte delle tre vittime: convince Perry a venirgli incontro e con diversi sotterfugi entra nelle camere inquadrate. In una, sottostante alla 913, vive una coppia di facoltosi cinesi (lei lavora in radio): dalla perquisizione non emerge altro che una maschera demoniaca conservata nell'armadio; in un'altra vive una zitella, dedita a pratiche mesmeriche: è convinta di poter influenzare l'altrui volontà con la sua forza psichica; ma al di là di un testo ampiamente letto, non trova nient'altro; nell'ultima vive un eremita, un cercatore di miniera, che vive nel più completo disordine in mezzo a padelle, minerali, setacci, stivali, canne da pesca con ami, una doppietta, bilance di precisioni, attrezzi per scavare: è il possessore di miniere nell'Ontario ma finora nonostante ne sia sicuro, non ha trovato nulla. E perciò ha deciso di lasciarsi crescere barba e capelli finchè non frutteranno qualcosa.
Striker decide di apssare all'azione e interroga i suoi sospettabili: non trova nulla, al di là di uno strano lampo biancastro che i cinesi hanno visto prima che la terza vittima volasse davanti ai loro occhi nella strada sottostante. Stavolta decide di essere lui a tentare la sorte, e dopo una serie di preparativi, passa lui una notte senza tuttavia notare nulla di strano, al di là dell'odore di incenso di sandalo che sale dall'appartamento dei cinesi sotto al suo.
Sospettando che non sia accaduto nulla perchè qualcuno lo ha scoperto, e quindi sopettando che la causa sia interna all'albergo, nonostante la camera "sia pulita" e non contenga nulal di anormale, assolda un marinaio senza un futuro, trovato in un bar malfamato e gli offre dei soldi, dei vestiti e la possibilità anche di trovare un lavoro, a patto che passi la notte nella Camera 913. Harry Kramer non se lo fa ripetere due volte, e davanti alla prospettiva di un futuro, dopo che era stato sul punto di suicidarsi, accetta e affitta, coi soldi datigli da Striker , la stanza per una notte. Ma nonostante le precauzioni...vola anche lui giù.
Questa volta Striker ha l'asso nella manica: il marinaio non sapeva scrivere, eppure viene trovato un messaggio d'addio. E dei cinquanta dollari che gli ha dato e che aveva Kramer prima di volare nella notte, vengono ritrovati solo 5: quanlcuno gli ha sottratto 45 dollari. Agli agenti di polizia che lo interrogano, Striker racconta la sua ipotesi che sia qualcuno ad uccidere, ma ancora uan volta viene ritenuto pazzo. E cosìperde anche il lavoro.
Intenzionato tuttavia a fare giustizia, dopo un anno si presenta all'albergo  e non viene riconosciuto, giacchè l'addetto alla reception è cambiato: è sotto falso nome, e affitta la stanza.
Prende però delle precauzioni: lega una lunga grossa fine attorno alla sua vita e nello stesso tempo attorno alla rete del letto, si spogia e aspetta nel letto che acacda qualcosa. E qualcosa accade perchè ad un certo punto mentre sta dormendo  viene costretto a svegliarsi da una fortissima luce, a scendere dal letto per capire cosa sia, nonostante sia buio e orientandosi sulla base dell'uscio del bagno che è vicino al suo letto. Ma quando sorpassa la soglia del bagno, da dove ritiene provenga quella luce abbagliante, cade nel vuoto, ed è solo la fune attorcigliata attorno al letto che lo salva dallo sfracellarsi in strada, aiutato da alcuni dei sospettati a scampare alla morte.
Intanto lo stesso ribaltamento del letto ha causato la morte dell'omicida che a sua volta è stato scaraventato giù dalla finestra.
La successiva spiegazione rivelerà un ingegnoso metodo usato dall'assassino per uccidere le sue vittime, e poi per derubarle. E Striker otterrà le scuse di Courlander davanti ai responsabili della Squadra Omicidi della locale polizia.
Escursione nel genere Delitto Impossibile (è una vera e propria Locked Room), il lungo racconto  presenta tutti i caratteri che resero famoso Woolrich: l'atmosfera d'incubo, l'assurdità di una situazione cui non riesce a venire a capo; l'atmosfera claustrofobica di una camera d'albergo (il vecchio eremita, cercatore d'oro,  può essere una sorta di autocitazione, visto che già in quegli anni Woolrich era solito passare interte giornate chiuso in una cmaera d'albergo); la depressione causata dalla crisi economica, più nera che non si può: fu chiamata La Grande Depressione, che viene vista come motivo spiegante la catena di suicidi; l'assurdità della morte.
Ma è anche una sorta di pezzo geniale, che spiega poi la catena di suicidi, con una volontà incomprensibile dell'omicida, nata in una mente minata dalla pazzia: il movente non esiste, poichè la serialità degli omicidi è spiegabile solo con le motivazioni dell'omicida, che, essendo minate dalla follia, non hanno senso. Come pure non ha in un certo senso la fissazione di Striker nel giungere alal verità, mettendo a rischio la vita altrui e la propria, quasi fosse anche lui una mente disturbata, che vive come il suo alter ego, l'omicida, in una modesta camera d'albergo.
La stessa spiegazione è plausibile, con l'ausilio di strumentazioni assolutamente non convenzionali ma funzionali: una lampada con una luce potentissima che abbaglia nel buio della stanza la vittima costringendola a scendere dal letto e dirigersi verso la luce, nel frattempo avendo mosso il letto, che si sposta su piccole rotelle di gomma, cosicchè venga a trovarsi non vicino alla porta del bagno, ma vicino alla finestra: il malcapitato, credendo di dirigersi verso il bagno, da cui proviene la fortissima luce, invece si dirige verso la finestra, incespicando nel basso davanzale e finendo dabbasso.
Il racconto peraltro è un altro dei tanti esempi della cosiddetta "stanza che uccide", ulteriore sottospecie di delitto impossibile già esperito da Phillpotts, Fearn, Carr, etc..
E proprio su Carr dovette avere un certo riscontro questo racconto del trentenne Woolrich se è vero che nel 1941 Carr, dopo aver scritto l'ossessivo e in parte soprannaturale, The Door To Doom (1935)  consegnò alle stampe The Case of The Constant Suicides, ulteriore variazione del tema della stanza che uccide, in cui le vittime sono spinte a lanciarsi nel vuoto ( asuicidarsi).
E' evidente l'influsso anche dello stesso soggetto del ricorrente apparente suicidio, sull'opera carriana, che prossimamente esamineremo.

Pietro De Palma

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