giovedì 10 novembre 2016

William De Andrea: Neve rossa a Rocky Point (Killed on the Rocks, 1990) – traduz. Maria Luisa Vesentini Ottolenghi – Il Giallo Mondadori N° 2255 del 1992.





William De Andrea è un nome che a molti non dirà nulla in Italia. Eppure la Mondadori gli ha pubblicato gran parte dei suoi romanzi, una ventina di anni fa.
William De Andrea nacque il 1 luglio 1952 a Port Chester, New York. Dopo aver studiato in USA, svolse la professione di giornalista e scrittore, soggiornando in Europa, a Parigi e Londra. Successivamente, da quando si stabilì nuovamente in USA, visse fino alla morte, avvenuta nel 1996, nel Connecticut, nella Contea di Litchfield. Scrisse varie serie di romanzi: in quella con Matt Cobb che gli dette il successo, inserì la propria esperienza in una grande rete televisiva americana; quella di Niccolò Benedetti fu intesa anche come un omaggio a Nero Wolfe di cui egli fu sempre un fan; la serie Clifford Driscoll invece si avventurò nel genere spy, mentre quella con Lobo Black/Quinn Booker prese le mosse nel vecchio West.
De Andrea è ricordato per essere stato un grande scrittore, vincitore di ben tre Edgar: il primo, vinto come “Best First Novel” nel 1978 con Killed in the Ratings, facendo esordire Matt Cobb (dopo la morte di De Andrea, la serie è stata continuata dal moglie, anche lei scrittrice, Jane Haddam); il secondo vinto, nel 1979, come “Best Paperback Original” con il primo romanzo della serie dedicata a Niccolò Benedetti,  The HOG Murders, mentre il terzo gli fu assegnato il suo grande saggio “Encyclopedia Mysteriosa”.
Neve rossa a Rocky Point (Killed on the Rocks) è il settimo romanzo con Matt Cobb, ed è la sua unica Camera Chiusa. E’ compresa in qualche lista di lavori del genere, stilata da critici americani, pur non essendo un romanzo di grande impatto.
Matt Cobb è il vicepresidente di un network, la NTA, che sta passando di mano. Allorchè si è sparsa la di una imminente offerta di Dost per rilevare il network,  i dirigenti del network  entrano in fibrillazione: vogliono capire infatti a cosa miri in realtà  l’offerta che Dost si appresta a fare. Infatti, qualcuno che trama nell’ombra, ha inviato una missiva anonima in cui si perora di far di tutto perche l’NTA non venga ceduto al miliardario, in quanto si sostiene che egli sia pazzo.
A questo punto , Tom Falzet, il presidente del network si affida a Cobb, perché scopra cosa vi sia sotto, e gli dà incarico di scoprire cosa vi sia sotto: Matt  accompagnerà i dirigenti del network presso la tenuta di Dost ad Adirondacks, sulle montagne rocciose, di proprietà del miliardario, e lì si discuterà della faccenda.
Lo Chalet è stato riammodernato dallo stesso miliardario che non ha badato a spese, e si è affidato al gusto della moglie Aranda, per far colpo su chi fosse lì invitato. Oltre alla moglie, è presente, assieme al miliardario, suo figlio Barry. Dost alla domanda di Cobb, nega che sia pazzo anzi muove il dito contro qualcuno nell’ombra che sta facendo di tutto per mandare a monte la sua offerta. Infatti molti non vorrebbero che il Network, pure in cattive acque, non passasse di mano.
Prima della cena, Cobb conosce Jack Bromhead, amico e braccio destro di Dost. E’ un tipo vestito da cowboy, con una vistosa cravatta a stringa, chiusa da un turchese, che si sarebbe aspettato calzasse degli stivali intonati al vestito. E invece, Jack calza degli sivaletti da passeggio, allacciati alla caviglia, a causa di una distorione: infatti zoppica. Subito Jack gli riesce simpatico, tanto più che difende a spada tratta il suo amico. Non così simpatico invece gli appare il figlio di Dost, il quale pensa che Cobb gli voglia sottrarre,  una volta conclusa la vendita del network, la “promogenitura”. Non è la sola nota stonata di quella sera, a Rocky Point: dopo la sontuosa cena che Gabby ha organizzato pe ri suoi ospiti, Cobb è invitato da Charles Wilbeforce, Capo dell’Ufficio Legale del Network, a uscire fuori dallo chalet, al freddo, poiché deve confidare una cosa. Cobb, trova fuori anche Carol Coretti, assistente di Wilbeforce che gli rivela comela moglie di Gabb abbia tentato di adescarla, facendole un’offerta esplicita di sesso, giacchè lei, Carol, è lesbica. Cobb consiglia ai due di far finta di nulla, anche perché non sa che pesci prendere: Aranda è la terza moglie di Gabb, giacchè la prima e morta, e dalla seconda lui ha divorziato.
Dopo esser caduto in un sonno profondo, Cobb è risvegliato, come altri ospiti da un grido lacerante: qualcuno ha scoperto un corpo nella neve, a circa quaranta passi dallo chalet: è Dost, morto. Il sangue macchia la neve. Tutt’attorno una distesa immacolata, priva di impronte. E una lenza da pescatore: cosa mai possa esserci tra le montagne, su quella distesa di neve, vicino al cadavere di Dost una lenza da pescatore, è una cosa che al momento non capisce
Dopo aver trovato anche Bromhead sveglio, e averlo inviato a svegliare il figlio del miliardario, Cobb sale al quinto piano della casa di montagna, perché vorrebbe capire come sia stato possibile che qualcuno abbia potuto uccidere Dost senza lasciare impronte: vuole guardare la scena del delitto dall’alto. Ma si imbatte nel figlio di Dost, che pensa sia stato lui ad uccidere il padre: fuori di sé, sferra un violento calcio alla tempia di Matt, prima di andare via.
Quando Cobb, barcollando, riesce a scendere giù, trova tutta la combriccola riunita. Compreso l’autista del miliardario, che egli apprende essere un ausiliario della polizia locale e come tale, rappresenta, seppure in una veste non professionale, la giustizia a Rocky Point.
Cobb prima viene a sapere da Bromhead che Aranda pur ereditando venti mioni di dollari non avrebbe avuto nulla da guadagnare dalla morte del marito, perché se fosse stato vivo avrebbe fatto per sempre la bella vita, e non per qualche anno, visto che la sue aspettativa di vita è altissima e venti milioni di dollari nel suo caso sarebbero spariti in men che non si dica; sa pure che il grosso dell’eredità andrà al figlio, salvo delle cose che eredita lui stesso, Jack.
Insomma, di candidati ad essere indicati quali assassino, ce ne sono non pochi, tra cui anche un sospetto maggiordomo ed un’altra sospetta governante.
A condurre le indagini è l’agente Ingersoll, che ben presto deve affidarsi all’acume di Cobb. L’atteggiamento ostile di Barry Dost, che si sfoga anche contro l’agente rompendogli il naso, sarebbe spiegabile sotto forma di una reazione eccessiva, ma ad indirizzrea le indagini vi pensa una misteriosa apparizione di Gabby Dost sul televisore di casa: il fantasma della vittima accusa il figlio di qualcosa. La matrigna, che era stata colta di sorpresa dall’apparizione spiritica sviene. Barry fugge finchè, pazzo furioso, si trova dinanzi Cobb e cerca di ucciderlo, credendo sia parte di un fantomatico complotto contro di lui, venendo a sua volta ucciso da Bromhead. Ma era davvero lui l’assassino? Oppure quello vero ha posto le cose in modo che le indagini prendessero il verso errato?
Cobb riuscirà a comprendere come sia stato commesso l’assassinio di Gabby Dost, come l’apparizione sul televisore sia riconducibile a qualche rudimento di trasmissione via cavo, e cosa c’entrino una lenza ed una canna da pesca, e persino una gruccia di metallo. E a inchiodare il vero assassino.
Bel romanzo di De Andrea, regge però il ritmo sino ad un certo punto: il fatto è che De Andrea non coinvolge molti potenziali assassini, ristretti a tre quattro persone. E per di più, tratta la materia narrativa anche ingenuamente, dicendo troppo, e facendo morire troppo presto il figlio della vittima e nel tempo stesso, dichiarando, senza neanche troppi sotterfugi, che l’assassino potrebbe essere un altro. Per di più fà accusare, da Cobb, una persona di aver realizzato la falsa trasmissione, e quindi indirizza le attenzioni verso di essa: se fosse un abile inganno per nascondere quello vero, e ottenere quindi un finale ad effetto, sarebbe una bella cosa;ma siccome quella persona finisce per essere responsabile, è evidente che o sia stata lei ad uccidere oppure sia stata aiutata da qualcuno. E quindi il sillogismo porta come risultato ad individuare il vero assassinio, e anche il movente.
Il metodo utilizzato per la variazione del prato innevato, della Camera Chiusa, mi pare possa rifarsi ad un celebre racconto di Joseph Commings, Serenade to a Killer, se non direttamente almeno indirettamente: infatti entrambi utilizzano dei cavi come mezzo per arrivare al luogo del ritrovamento del cadavere, anche se nel caso di De Andrea, è il cadavere che viene spostato dal luogo dell’omicidio a quello del ritrovamento, mentre nel caso di Commings è direttamente l’assassino che usa il cavo come via per raggiungere il luogo dell’omicidio, superando la distesa innevata e poi ritornare per la stessa strada. Carino è anche il metodo di spiegare l’apparizione spettrale.
Al di là di questo, un romanzo che avrebbe potuto avere ben altra tensione, se non si avesse avuto troppa fretta ad impostarlo e concluderlo.

Pietro De Palma

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